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Material Thresholds

Dallo scarto alla forma: l’arte incontra la sostenibilità

04 dicembre 2025
Magazine

“Material Thresholds” è la scultura di Riccardo Rizzetto, realizzata in collaborazione con Consorzi Cobat: un’opera che, attraverso materiali di recupero, unisce estetica, concettualità e responsabilità ambientale.

L’opera d’arte è un dispositivo concettuale che interroga il tempo, la materia e la trasformazione. Non va contemplata passivamente, ma attraversata con lo sguardo: è un varco simbolico, oltre il quale la stabilità delle cose viene messa in discussione e si genera un nuovo modo di pensare il rapporto tra scarto e valore. Questo è il significato profondo di “Material Thresholds”, la scultura di Riccardo Rizzetto, realizzata in collaborazione con Consorzi Cobat: una colonna intrecciata di materiali di recupero, metafora di una circolarità che non chiude, ma rigenera.

L’artista
Formatosi come architetto, Rizzetto è un artista e curatore post-disciplinare, che lavora tra l’Italia e il Regno Unito. Dopo la formazione all’IUAV di Venezia e un MA al Royal College of Art, sta completando un MA in Research Architecture presso Goldsmiths, University of London, da dove nacque Forensic Architecture, un gruppo di ricerca multidisciplinare che utilizza tecniche e tecnologie architettoniche per indagare casi di violenza di Stato e violazioni dei diritti umani in tutto il mondo. Il suo lavoro è incentrato sulla “risemantizzazione dell’obsoleto”: dare nuovi significati a ciò che appare superato o marginale, rivelando legami e dinamiche sistemiche più ampie.

La collaborazione con Consorzi Cobat
L’idea di “Material Thresholds” nasce dalla volontà di dimostrare che lo scarto ha valore: una visione che si intreccia con la missione di Consorzi Cobat, che da decenni opera per dare nuova vita ai materiali usati, ridurre l’impatto ambientale e trasformare il concetto stesso di rifiuto in risorsa. Riciclo, rigenerazione, responsabilità condivisa sono i valori del consorzio, che trovano una traduzione poetica nell’opera di Rizzetto: esposta per la prima volta in occasione delle Giornate dell’Energia e dell’Economia Circolare di Trevi (11-13 settembre 2025), nel tempo sarà protagonista di una serie di appuntamenti itineranti sul territorio italiano.

Il significato dell’opera
“Material Thresholds” si presenta come una colonna intrecciata di rame, tessuti e scarti elettronici, alta circa 195 centimetri. Ha una base con diametro di 80 centimetri, realizzata in alluminio e specchio. Quest’ultimo, con il suo riflesso, apre la percezione a una verticalità senza fine: “Non un semplice artificio ottico, ma un dispositivo che destabilizza la percezione, facendo emergere il carattere illusorio di ogni fondamento”, spiega Riccardo Rizzetto.
Alla sommità, una foglia d’oro sintetica, materiale scelto in modo da non alimentare la logica estrattiva e lo sfruttamento delle risorse. “L’oro, fragile e scintillante, non sancisce la sacralità dell’oggetto, ma ne mette in gioco la possibilità di oltrepassarsi, di farsi fenditura luminosa dentro l’opacità dello scarto”, prosegue l’artista. “È il punto di soglia in cui la materia si fa energia, in cui il limite si apre all’eccesso”.
La colonna, in architettura elemento di stabilità per antonomasia, è composta da una doppia struttura circolare, che evoca la curva dell’infinito. “Richiama l’idea nietzschiana dell’eterno ritorno del differente: non il ritorno dell’identico, ma il divenire di ciò che non cessa mai di trasformarsi. Non si tratta di celebrare la stabilità, ma di mostrare come ciò che appare marginale possa generare connessioni e nuove possibilità”.
Due polarità, quindi, vengono messe in dialogo da “Material Thresholds”: lo scarto come materia marginale e l’oro come cifra di metamorfosi. “È nell’oscillazione tra queste estremità che prende forma il pensiero della circolarità: non chiusura, ma apertura infinita; non compimento, ma incessante rigenerazione”.