Dettaglio

Di Emanuele Bompan
L’unione fa la forza: Intervista a Michele Zilla e Michele Priori
Per favorire un processo sostenibile nel campo della raccolta e del trattamento dei rifiuti è fondamentale fare squadra tra filiere diverse, valorizzando le differenze, ottimizzando i processi, massimizzando le risorse. Questo è l’obiettivo di Consorzi Cobat, una realtà multi-consortile e multi-filiera, che supporta le aziende che vogliono entrare da protagoniste nel mondo dell’economia circolare, attraverso il recupero delle materie prime seconde dai beni non più utili e la garanzia del massimo rispetto ambientale. Cinque sono gli specifici consorzi di filiera che compongono attualmente il sistema, dalle batterie esauste ai RAEE, dagli pneumatici fuori uso ai materiali compositi, passando per il tessile: un elenco destinato ad aumentare nel corso del tempo, in linea con la futura estensione della normativa UE sul principio della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR). All’interno di questo sistema si colloca la nascita nel 2024 di un nuovo player omonimo, Consorzi Cobat, interamente destinato ad implementare tutte le attività di gestione e di coordinamento. Tra le novità, inoltre, anche il rinnovamento della storica rivista dedicata all’universo Cobat, che, iniziando un nuovo corso editoriale, si mantiene sempre al passo con i tempi e con le nuove sfide.
A ripercorrere le tappe di questo lungo cammino sono Michele Zilla e Michele Priori, rispettivamente presidente e direttore generale di Consorzi Cobat.
Presidente Zilla, come descrivere la realtà di Consorzi Cobat?
Il modello organizzativo si muove lungo un doppio binario. Da un lato, dato che ogni filiera presenta normative specifiche che possono evolvere nel tempo, Consorzi Cobat assicura che ogni consorzio di filiera risponda in maniera precisa alle esigenze dei propri soci, siano essi produttori o importatori. Dall’altro opera come strumento di raccordo, garantendo sia la conformità normativa generale, sia quella specifica per ciascun settore. Abbiamo quindi un approccio integrato, che consente di mantenere una visione unitaria, pur offrendo competenze specializzate per ogni settore: il nostro è un sistema che ha più anime, ma risponde ad un’unica grande mission e si ispira a un unico comparto valoriale, che è quello che poi ereditiamo fondamentalmente dagli inizi del nostro percorso.
Qual è la storia di Consorzi Cobat?
Consorzi Cobat è l’ultima tappa in ordine di tempo dell’evoluzione del mondo Cobat, iniziata ormai oltre trent’anni fa. Quella che oggi è un’articolata realtà multi-consortile ha infatti origine nel 1988 con la nascita del consorzio obbligatorio per le batterie al piombo esauste e i rifiuti piombosi, che viene istituito dall’art. 9-quinquies del D.L. 397/88, poi convertito con Legge 9 novembre 1988, n.475. In questo modo a Cobat viene assegnata la funzione di garantire sull’intero territorio nazionale la raccolta ed il riciclo delle batterie al piombo giunte a fine vita. Comincia così un percorso, che vede nel corso dei decenni successivi la nascita di diversi consorzi di filiera, fino ad arrivare alla recente istituzione di Consorzi Cobat, che possiamo definire il “consorzio dei consorzi”: un soggetto di “raccordo delle diversità”, un contenitore per la crescita e l’evoluzione di tutte le realtà che fanno parte del sistema Cobat. A rimarcare questo passaggio è anche un’identità visiva rinnovata: lo storico logo Cobat viene arricchito da un segno grafico, che ricorda le icone che caratterizzano i loghi dei consorzi di filiera e, contemporaneamente, rappresenta un contenitore che ospita il sistema, in grado di mantenere, nella sua natura plurale, le singole componenti.
Quanti e quali sono i consorzi di filiera che attualmente fanno parte di Consorzi Cobat?
Nel 2012 il primo consorzio ad affiancarsi a Cobat Ripa, erede dello storico consorzio dedicato alla gestione di batterie e accumulatori esausti, è Cobat RAEE, dedicato alle apparecchiature elettriche ed elettroniche, inclusi i moduli fotovoltaici. Seguono poi la nascita di Cobat Tyre, centrato sugli pneumatici fuori uso, e quella di Cobat Compositi, dedicato agli scarti composti da materiali eterogenei. Nel 2022 è la volta di Cobat Tessile, che entra in azione per affrontare al meglio l’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore e l’avvio del processo di raccolta differenziata nel settore. Attraverso queste filiere, oggi riusciamo a presidiare molti dei comparti strategici per l’Italia.
Prevedete la creazione di nuovi consorzi di filiera?
Attualmente stiamo lavorando alla nascita di Cobat Eps, ovvero il consorzio sul polistirene espanso sinterizzato, sostanzialmente il polistirolo. Non è escluso, poi, che i nostri consorzi possano ulteriormente aumentare in futuro, magari fino a diventare 10 o 12, considerato che a livello normativo l’Unione Europea sta prevedendo l’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore in un numero sempre maggiore di comparti. Di fronte a una realtà così articolata si capisce ancora meglio la necessità di Consorzi Cobat, il player attraverso cui i produttori e gli importatori di beni, che fanno parte di questa famiglia, rafforzano la propria identità e il proprio posizionamento, oltre a ricevere da parte dell’intero sistema il necessario supporto normativo e ad avere a disposizione le migliori soluzioni operative per la gestione del fine vita.
A sottolineare l’importanza di questa evoluzione c’è anche il rinnovamento della storica rivista di Cobat. Abbiamo provveduto innanzitutto al cambio del nome della testata: quello storico, Ottantadue, riprendeva il numero atomico del piombo, legandosi evidentemente solo alla primissima fase della nostra storia. Adesso, invece, la nuova edizione della rivista vuole rivolgersi a tutte le filiere e per questo si rinnova anche nella veste grafica e nei contenuti, indicando così un profondo cambio di approccio. D’ora in poi questa sarà la voce di tutto il mondo consortile: in ogni edizione ci concentreremo su un tema specifico, parlando delle nostre attività e delle varie iniziative in programma. Sarà un pilastro della diffusione del pensiero e della cultura in ambito EPR con focus sulla raccolta e avvio a riciclo dei rifiuti e dei vari sistemi EPR. Grande attenzione sarà riservata, naturalmente, anche ai cambiamenti normativi, che saranno una sorta di filo conduttore che attraversa tutti i consorzi.
Direttore Priori, quali sono i servizi che Consorzi Cobat offre ai propri consociati?
Innanzitutto i consorzi di filiera garantiscono agli associati la piena compliance alla responsabilità estesa del produttore, necessaria per poter immettere al consumo tutti i prodotti di cui parliamo. Le aziende possono contare su un sistema che agisce nel rispetto degli standard garantiti dalle certificazioni 9001 e 14001 che i nostri consorzi possiedono. Considerato che molti produttori sono iscritti contemporaneamente a diversi consorzi, Consorzi Cobat ha il chiaro vantaggio di essere interlocutore unico, in grado di rispondere con la stessa qualità sulla totalità dei fronti.
Quali sono gli strumenti a disposizione dei soci?
Per facilitare la gestione delle attività noi operiamo attraverso un portale informatico che garantisce la piena tracciabilità di tutte le operazioni effettuate, rendendo più semplici gli adempimenti burocratici. I produttori iscritti hanno poi a disposizione anche il nostro ufficio import-export, pronto a dare un completo supporto. Ancora una volta, questa è evidentemente la forza del nostro sistema multi-consortile: non operare su un singolo punto, ma operare in una sinergia per il futuro. Grazie a un’attenta pianificazione, l’onere di gestire il fine vita di un prodotto può diventare un’opportunità di crescita sostenibile, in linea con i principi dell’economia circolare, verso cui le piccole e medie imprese italiane si mostrano sempre più attente: secondo il Rapporto 2024 realizzato da Circular Economy Network ed ENEA, il 65% dichiara di mettere in atto pratiche di circolarità, oltre il doppio rispetto al 2021.
A proposito di processi di economia circolare, l’efficiente raccolta dei materiali a fine vita rappresenta uno snodo fondamentale: Consorzi Cobat mette a disposizione delle aziende consociate un network logistico importante. Come è organizzato?
I nostri consorzi di filiera si avvalgono dei servizi svolti da Haiki Cobat, società per azioni leader nel mondo della raccolta e dell’avvio a riciclo di rifiuti speciali. In questo modo il nostro sistema si compone di un insieme di 60 impianti autorizzati alla logistica e allo stoccaggio, che sono disposti sul territorio nazionale in modo capillare. Si tratta di una rete interamente composta da fornitori certificati, che subiscono regolarmente audit per verificare il rispetto dei più alti standard normativi, logistici e di efficienza nelle operazioni.
Quanti sono gli iscritti al sistema Cobat?
Considerate tutte le filiere, abbiamo oltre 4.000 iscritti. Nel complesso siamo molto presenti nel settore automotive, avendo tra i nostri soci più del 90% delle case automobilistiche che operano nel nostro Paese, di origine italiana ed estera. Del nostro network fanno poi parte anche varie aziende di rilievo nel settore degli elettrodomestici. Inoltre è importante sottolineare che abbiamo un considerevole numero di soci anche nei consorzi di più recente istituzione. Questo è il caso, per esempio, di Cobat Tessile, che conta già più di 80 soci, pur essendo nato solo nel 2022 e non essendo ancora effettivamente operativo, perché il comparto è in attesa del decreto attuativo che renderà legge il regime EPR.
A che punto è Cobat Compositi, il consorzio per la raccolta, il trattamento e l’avvio a recupero di prodotti a fine vita, sfridi e scarti realizzati in materiale composito?
Innanzitutto, Cobat Compositi è, a differenza degli altri consorzi obbligatori, un consorzio volontario ed è il primo di questo tipo in Italia. Non ha una norma EPR alla base, ma nasce per rispondere alle esigenze dei grandi player nel settore dell’energia, che devono per esempio effettuare operazioni di disassemblaggio dei parchi eolici che vanno rinnovati. Opera anche nei settori nautico, automotive, aeronautico, edile e della componentistica in genere. In linea con gli standard europei, assicura il pieno rispetto di tutte le prescrizioni normative di settore. Garantisce una gestione sostenibile dei materiali compositi, in fibra di vetro e fibra di carbonio, evitando il conferimento in discarica, in favore del recupero energetico. Offre servizi di riduzione volumetrica e bonifica ed è alla costante ricerca di tecnologie innovative specifiche, con l’obiettivo di massimizzare processi e risultati del recupero.
Passando a temi di stretta attualità, le terre rare sono un argomento estremamente dibattuto a livello globale in questo periodo. Quali sono i plus offerti dal consorzio dedicato ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche?
Come dimostra la nostra storia, noi abbiamo creduto da sempre nel recupero delle materie provenienti dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Non solo: ritenendo importanti anche altre tipologie di rifiuti da questo punto di vista, già tra il 2016 e il 2017 abbiamo avviato degli importanti progetti per recuperare materiali che in quegli anni venivano mandati a smaltimento. Un esempio è il vetro al piombo, recuperabile per esempio dai monitor: abbiamo trovato il modo di conferirlo direttamente a una fabbrica in Sardegna, evitando così di non poterlo riciclare. La collaborazione è durata cinque anni ed è la testimonianza di quanto abbiamo puntato sul recupero dei prodotti a fine vita, anche in tempi e in settori in cui queste pratiche non venivano ancora messe in atto. L’impegno prosegue oggi grazie alla sinergia tra Cobat RAEE e Haiki Cobat, che ci porta a poter utilizzare impianti di trattamento gestiti secondo i più alti standard di recupero.
Che ruolo hanno i RAEE all’interno dell’economia italiana?
Sicuramente quello delle terre rare è un tema importante in questo periodo storico, ma ci sono anche altre considerazioni da fare, che si legano al regolamento europeo sulle materie prime critiche. Vengono indicate ben 17 materie prime strategiche, tra cui litio, manganese e cobalto, che hanno esigenze di produzione complesse e per cui si prevede un rischio più elevato di problemi di approvvigionamento. Pensiamo poi al periodo della pandemia da Covid-19, in cui abbiamo sperimentato scarsità di rame e alluminio: in questo mondo, purtroppo sconvolto ancora da guerre, anche le materie che possiamo definire tradizionali ormai scarseggiano. Considerato tutto questo complesso contesto, risulta ancora più evidente quanto i rifiuti rappresentino una miniera urbana di nuove materie prime e quella della circolarità sia la strada da percorrere.
Concludiamo con un commento sul mondo delle batterie e degli accumulatori, che novità ci sono?
A proposito di circolarità, questo è uno dei comparti che sta vivendo profondi cambiamenti, incentivati dal lento, ma inarrestabile percorso verso la transizione ecologica. Il Regolamento (UE) 2023/1542, entrato in vigore il 18 agosto 2023, introduce importanti novità nella gestione delle batterie e dei relativi rifiuti, promuovendo la sostenibilità e l’economia circolare in linea con il Green Deal europeo. Tra le principali innovazioni, vi è l’obbligo, a partire dal 18 agosto 2024, di certificare tutte le batterie immesse sul mercato europeo con la Marcatura CE, attestante il rispetto di requisiti di sicurezza, qualità e impatto ambientale. Inoltre, dal 18 agosto 2025, sarà necessaria una dichiarazione dell’impronta di carbonio per ogni tipo di batteria prodotta, contenente informazioni dettagliate sul fabbricante, il modello e l’ubicazione dello stabilimento di produzione. Il regolamento stabilisce anche requisiti sul contenuto minimo di materiale riciclato in specifiche batterie e introduce una nuova etichettatura obbligatoria, indicante la presenza di sostanze pericolose e materie prime critiche. Queste misure sono fondamentali nel contesto della transizione verso l’elettrificazione, dove le batterie al litio giocano un ruolo chiave. La loro capacità di accumulare energia rinnovabile, alimentare veicoli elettrici e stabilizzare le reti elettriche le rende essenziali per un futuro sostenibile a basse emissioni di carbonio. Con Cobat Ripa stiamo accompagnando da tempo i produttori e gli importatori di pile e accumulatori nelle novità operative che questo importante cambio normativo sta portando e porterà con sé.
Michele Zilla e Michele Priori
Sono rispettivamente il presidente e il direttore generale di Consorzi Cobat. Questa realtà dal Dna multi-consortile e multi-filiera garantisce a produttori e importatori di diverse tipologie di beni i vantaggi di un unico interlocutore e il know-how specifico nella gestione del fine vita di ciascun settore.