Dettaglio

UE: Nuove regole per misurare e verificare il riciclo delle batterie esauste
Al via la metodologia comune per il calcolo dell’efficienza di riciclo e del recupero dei materiali critici
Con l’adozione del Regolamento delegato (UE) 2025/606, che integra il Regolamento (UE) 2023/1542, l’Unione Europea compie un nuovo passo decisivo verso una gestione più sostenibile delle batterie esauste. Il provvedimento introduce una metodologia armonizzata per il calcolo e la verifica dei tassi di efficienza nel riciclo e nel recupero di materiali preziosi — come litio, cobalto, nichel, rame e piombo — contenuti nelle batterie.
Un sistema unico per tutta l’Unione
Fino ad oggi, le modalità con cui i riciclatori valutavano l’efficienza dei propri impianti variavano sensibilmente da Paese a Paese, rendendo difficile un confronto omogeneo tra le prestazioni ambientali. Il nuovo regolamento, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE il 4 luglio 2025, mira proprio a superare questa frammentazione, fissando criteri comuni e verificabili per tutta l’Unione.
La metodologia definisce in modo chiaro cosa si intende per efficienza di riciclaggio (ossia quanta parte della massa della batteria viene effettivamente trasformata in materiali riutilizzabili) e per tasso di recupero dei materiali (ovvero la quantità di ciascun metallo critico effettivamente ricavato in forma industrialmente impiegabile).
Cosa cambia per i riciclatori
Le nuove regole, entrate in vigore lo scorso 24 luglio, dopo 20 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, impongono ai gestori degli impianti di trattamento delle batterie di seguire uno schema standardizzato per documentare ogni fase del processo: dall’ingresso del rifiuto, alla separazione dei materiali, fino all’output finale. Per ogni tipo di batteria — siano esse al piombo-acido, al litio o al nichel-cadmio — sono previsti modelli specifici di rendicontazione, con obbligo di dettagliare i flussi di massa, i trattamenti utilizzati e i materiali effettivamente recuperati.
Inoltre, il regolamento stabilisce criteri minimi per la verifica da parte delle autorità nazionali, attraverso controlli, audit e ispezioni documentali. Un passaggio fondamentale per garantire che i dati dichiarati siano affidabili e rispecchino le reali prestazioni ambientali degli impianti.
Obiettivi concreti e scadenze precise
I nuovi metodi di calcolo non restano solo sulla carta: servono infatti a misurare il raggiungimento di precisi obiettivi fissati dal Regolamento UE 2023/1542. Già entro la fine del 2025, i riciclatori dovranno rispettare soglie minime di efficienza, come:
- il 75% per le batterie al piombo-acido (che salirà all’80% nel 2030),
- il 65% per le batterie al litio, con un incremento al 70% entro la fine del decennio.
Per quanto riguarda il recupero dei materiali critici, l’UE impone il raggiungimento di obiettivi ancora più ambiziosi a partire dal 2027: ad esempio, il 90% di cobalto, rame, piombo e nichel, e almeno il 50% di litio, destinato ad aumentare progressivamente.
Un passo avanti verso l’economia circolare
L’adozione di questa metodologia rappresenta un tassello fondamentale nel più ampio disegno europeo per promuovere un’economia circolare delle batterie. Standardizzare il modo in cui si misura l’efficienza del riciclo significa non solo garantire maggiore trasparenza e qualità nel trattamento dei rifiuti, ma anche valorizzare i materiali recuperati, ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime e limitare l’impatto ambientale della transizione energetica.
Per i protagonisti della filiera l’impegno sarà duplice: da un lato adeguarsi tecnicamente e amministrativamente alle nuove regole, dall’altro investire in processi e tecnologie in grado di massimizzare il recupero di materiali critici, oggi sempre più strategici.