Dettaglio

Cobat Compositi: innovazione e circolarità nella gestione dei materiali compositi a fine vita

09 giugno 2025
Ultime notizie Compositi

Cobat Compositi, primo consorzio volontario italiano specializzato nel trattamento e recupero dei materiali compositi a fine vita, si conferma protagonista di un cambio di paradigma nella gestione sostenibile. Presente al JEC Forum, evento di riferimento del settore italiano dei compositi previsto a Cernobbio l’11 e 12 Giugno, il consorzio evidenzia il proprio ruolo strategico nel guidare una transizione verso un’economia realmente circolare, in settori ad alta intensità tecnologica come nautico, eolico, aerospazio e costruzioni.

Al centro della mission di Cobat Compositi c’è l’obiettivo di trasformare gli scarti in risorse, affiancando produttori, cantieri, gestori di porti e impianti eolici, aziende della componentistica e dell’aeronautica nel recupero di vetroresina, fibra di carbonio e altri compositi complessi. Il consorzio opera lungo tutta la filiera: dalla riduzione volumetrica in situ di manufatti come pale eoliche e imbarcazioni, al ritiro, trattamento e valorizzazione tramite impianti certificati.

Tra le tecnologie impiegate, il cement co-processing, consente la produzione di CSS-C qualificato come prodotto e non più rifiuto, come da DM 22/2013. Tuttavia, Cobat Compositi da sempre guarda oltre questa soluzione: investe nello sviluppo di soluzioni di recupero materico più virtuose, in linea con la gerarchia europea dei rifiuti. In questo ambito, per esempio, la partnership con il progetto europeo RECREATE, ha l’obiettivo di rendere riutilizzabili e riciclabili i materiali compositi attraverso l’adozione di tecnologie avanzate, come il riciclo chimico, la pirolisi e lo sviluppo di resine reversibili.

Un elemento distintivo dell’azione di Cobat Compositi è l’impegno nell’adeguamento normativo: è infatti coinvolto, insieme ad Assocompositi e Uniplast, nel rinnovo della norma UNI 10667-13, per definire gli standard delle materie prime seconde da compositi. Questo contributo normativo è fondamentale per abbattere le barriere legislative che oggi limitano la diffusione di modelli circolari.

I dati del settore parlano chiaro: nel solo comparto navale europeo, il 40% della flotta (oltre 2,5 milioni di imbarcazioni) è realizzato in composito, generando una “bolla” di fine vita di circa 70.000 tonnellate. Nel settore eolico, si stima che nei prossimi decenni i rifiuti compositi raggiungeranno i 200.000 tonnellate annue. Il conferimento in discarica, vietato a partire dal 2030 per materiali recuperabili, non è più un’opzione praticabile.

In questo scenario, il modello di Cobat Compositi emerge come una best practice italiana, capace di coniugare responsabilità ambientale e innovazione. Creare una filiera industriale del recupero per i compositi è oggi una priorità strategica, e Cobat Compositi si propone come attore centrale per guidare questa trasformazione.